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POST-PRODUZIONE: LA NITIDEZZA DELLA LUNA

di Matteo Pastucci

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1/23/2023

POST-PRODUZIONE: LA NITIDEZZA DELLA LUNA.

"...sulla Luna, dove non c'è atmosfera, i crateri più lontani ci apparirebbero altrettanto nitidi di quelli vicini"

"Nel Pianeta Terra invece, i contorni delle cose molto distanti( es. le montagne) appaiono meno nitidi di quelli delle cose più vicine. La ragione è che l'aria contiene microscopiche particelle di polvere e umidità, che fanno deviare i raggi luminosi quando questi le urtano. Prima di approdare al nostro occhio, la luce riflessa da oggetti più lontani deve attraversare una quantità d'aria maggiore, per cui subisce una diffusione maggiore; i contorni e i dettagli di quegli oggetti tendono quindi ad apparire vaghi e sfocati."

Cit. P. Bressan "Il Colore della Luna" parlando di prospettiva aerea

Noi terrestri, sul pianeta Terra non riusciamo a vedere tutto nitido e a fuoco come sulla Luna: quando scattiamo una foto, riusciamo a distinguere in modo molto più accurato i dettagli sul primo piano rispetto a quelli di elementi posti sullo sfondo.

Ne "Il trattato della pittura" di Leonardo da Vinci, nel paragrafo 256 scrisse questo.

“Evvi un’altra prospettiva – scrive Leonardo – la quale chiamo aerea imperocché per la varietà dell’aria si possono conoscere le diverse distanze di varî edifici terminati ne’ loro nascimenti da una sola linea, come sarebbe il veder molti edifici di là da un muro che tutti appariscono sopra l’estremità di detto muro d’una medesima grandezza, e che tu volessi in pittura far parer piú lontano l’uno che l’altro; è da figurarsi un’aria un poco grossa. Tu sai che in simil aria le ultime cose vedute in quella, come son le montagne, per la gran quantità dell’aria che si trova infra l’occhio tuo e dette montagne, queste paiono azzurre, quasi del color dell’aria, quando il sole è per levante. Adunque farai sopra il detto muro il primo edificio del suo colore; il piú lontano fàllo meno profilato e piú azzurro, e quello che tu vuoi che sia piú in là altrettanto, fàllo altrettanto piú azzurro; e quello che tu vuoi che sia cinque volte piú lontano, fàllo cinque volte piú azzurro; e questa regola farà che gli edifici che sono sopra una linea parranno d’una medesima grandezza, e chiaramente si conoscerà quale è piú distante e quale è maggiore dell’altro.

Sono considerazioni scientifiche non artistiche.

Questo due brevi paragrafi del libro "Il colore della Luna" e del "Il trattato della pittura di Leonardo da Vinci potrebbero, anzi dovrebbero, portare ad una serie di considerazioni molto importanti da fare in fase di post-produzione quando si vuole applicare contrasto e nitidezza alla nostra immagine.

1)NON POSSO APPLICARE LO STESSO QUANTITATIVO DI CONTRASTO SU TUTTA L'IMMAGINE.

Questo non porta solamente ad un appiattimento dell'immagine ma anche a una lettura diversa/errata della stessa.

Spesso si cerca di dare tridimensionalità aumentando il contrasto e la chiarezza in post -produzione ottenendo esattamente l'effetto opposto a quello sperato: ossia l'immagine diventa piatta, diminuisce così la profondità della scena.

In virtù di quanto è stato esposto in precedenza, dovremmo contrastare maggiormente le parti più vicine e man mano diminuire progressivamente l'intensità del contrasto su quelle più lontane.

In questa mia foto delle Langhe si può notare come il primo piano abbia delle ombre molto più marcate e scure rispetto a quelle delle colline sullo sfondo (prospettiva aerea).

Tralascio volutamente tutte le considerazioni sul sistema zonale di Ansel Adams applicabile con successo anche alla fotografia digitale moderna.

Anche la saturazione pian piano diminuisce.

Infine applicare un leggero effetto Glow soprattutto sulle parti illuminate può rendere ancora più tridimensionale l'immagine ( "l'aria infatti, come descritto in precedenza, contiene microscopiche particelle di polvere e umidità, che fanno deviare i raggi luminosi quando questi le urtano. Prima di approdare al nostro occhio, la luce riflessa da oggetti più lontani deve attraversare una quantità d'aria maggiore, per cui subisce una diffusione maggiore; i contorni e i dettagli di quegli oggetti tendono quindi ad apparire vaghi e sfocati." P. Bressan)

2)NON POSSO APPLICARE LO STESSO QUANTITATIVO DI NITIDEZZA SU TUTTA L'IMMAGINE

Stesso discorso vale sulla nitidezza che spesso si traduce nell'introduzione di rumore digitale o peggio porta la creazione di aloni (complice anche l'utilizzo di programmi di editing non professionali)

Partiamo subito con un esempio.

I dettagli sulla sabbia sul primo piano sono sicuramente molto più evedenti di quelli delle dune sullo sfondo.

Non è una considerazione banale e scontata dato che a mio avviso uno delle sfide maggiori per un fotografo è quella di far apparire un immagine il più tridimensionale possibile su una superfice "bidimensionale e liscia" (Falcinelli R.)

Quando in post-produzione si applica nitidezza su una porzione di una foto dobbiamo infine considerare tre step fondamentali:

-scegliere quale tipo di nitidezza applicare data la diversa consistenza degli elementi (una roccia, la sabbia, acqua ecc...)

-quanta nitidezza applicare

-dove non applicarla!!!

CONSIDERAZIONI FINALI

Per rendere una foto tridimensionale è necessario quindi semplificando :

-contrastare maggiormente le zone dell'immagine più vicine rispetto a quelle più lontane

- applicare diversi tipi di nitidezza a seconda dell'elemento "trattato"

-applicare differenti quantitativi di nitidezza a seconda dalla vicinanza o lontananza del soggetto e del materiale di cui esso è costituito.

Al prossimo articolo

Matt

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